C.H.I.V.A.

Cosa e’ la cura chirurgica emodinamica conservativa delle  varici (C.H.I.V.A.)

E’ una nuova tecnica chirurgica di trattamento delle varici e significa: curarare  la  malattia  varicosa  senza necessita’  di  asportare, quindi  senza togliere le vene, trovando una via alternativa per il ritorno del sangue venoso al cuore; viene eseguito in ambulatorio e in anestesia  locale (ossia la stessa anestesia usata per curare un dente!).

La malattia varicosa riconosce una sola causa, l’aumento della pressione del sangue all’interno dei vasi venosi a causa del mal funzionamento delle valvole all’interno dei vasi, che porta alla formazione delle varici, ossia alla dilatazione degli stessi vasi venosi. quindi l’aumento della pressione (detta ptm o pressione transmurale) rappresenta la causa e le varici rappresentano l’effetto della stessa malattia. la cura di una malattia deve agire sulla causa e non sull’effetto; quindi non serve asportare i vasi varicosi se poi lasciamo inalterata la loro causa, ossia un’aumentata pressione all’interno del sistema venoso, per cui avremo eliminato l’effetto ma non la causa.

Le vene anche se varicose servono per raccogliere il sangue dagli arti inferiori per essere poi portato,  faticosamente, al cuore; se le  asportiamo, prima o poi, si formeranno altre vene in modo disordinato e sempre varicose, piu’  brutte esteticamente e   piu’  dolenti di prima.

Se conserviamo le vene che la natura ci ha dato, e le facciamo tornare a funzionare nel modo giusto, ossia per la raccolta del sangue venoso e il trasporto al cuore, anche se in direzione invertita rispetto a quella originale con pressione e portata ridotta, otterremo due vantaggi: cioe’  avremo curato la malattia eliminando la causa (aumento della pressione venosa) e curato l’effetto (varici) con la scomparsa delle  varici e, in caso di nuove varici, in futuro, queste saranno sempre razionali e facili da curare.

Ideata e messa a punto nel 1988 dal Dr. CLAUDE  FRANCESCHI a PARIGI, la cura CHIRURGICA EMODINAMICA CONSERVATIVA ha per scopo di conservare la rete venosa superficiale, in particolare i tronchi safenici che assicurano il drenaggio dei tessuti sottocutanei e cutanei, attraverso il frazionamento delle colonne di pressione e la deconnessione degli SHUNTS veno-venosi.

I segni e i sintomi della malattia varicosa, ossia le varici, i disturbi trofici (dermo-ipodermite) e le ulcere sono dovuti ad un’unica causa che è l’aumento della pressione del sangue venoso ossia della pressione idrostatica che è regolata dalle leggi della meccanica dei fluidi. Quindi la cura, che deve agire sulla causa e non sui sintomi, conferma la giustezza dell’intervento CHIRURGICO EMODINAMICO CONSERVATIVO, che agisce solo ed esclusivamente sulla riduzione della pressione idrostatica, conservando giustamente il tronco safenico e le collaterali per un buon drenaggio del sangue superficiale; altrimenti asportando la safena e le collaterali comunque il sistema dovrebbe attivare delle vie di supplenza, ossia alternative,  per la raccolta del sangue superficiale, che potrebbe non seguire un ordine razionale ma anarchico e, vista la predisposizione del soggetto ad ammalarsi di varici, si ripresenterebbero, a causa dell’aumento della pressione venosa, i sintomi della malattia varicosa; per ultimo gli studi scientifici condotti negli ultimi 20 anni hanno dimostrato che il primo intervento chirurgico da fare per le varici ossia il GOLD STANDARD è quello CHIRURGICO EMODINAMICO CONSERVATIVO.

Gli insuccessi degli anni ’90 nell’applicazione di questa tecnica sono stati dovuti essenzialmente al fatto che venivano creati sistemi non drenanti ossia non veniva permesso al sangue venoso dirottato di raggiungere agevolmente il cuore! Quindi l’esperienza dell’Operatore ecografico (EMODINAMISTA VENOSO) nella valutazione della mappa e della strategia operatoria risulta fondamentale come un ingegnere idraulico nella progettazione e realizzazione di impianti idraulici complessi. Ciò spiega come sia importante e lunga la curva di apprendimento dell’Emodinamista venoso che fa la differenza nella riuscita dell’intervento chirurgico.

Fino al 1988, il trattamento delle varici era:

  • sia medico attraverso la scleroterapia che occludeva le varici
  • sia chirurgico per asportazione o distruzione delle vene
  • attualmente si sono aggiunte tecniche diverse come il LASER e la RADIOFREQUENZA che rispettivamente fotocoagulano e bruciano le vene varicose rendendole inutilizzabili anche quando frequentemente si ricanalizzano.

 

Queste  tecniche quindi sono tutte demolitive del sistema venoso.

Il merito della nuova procedura chirurgica è di non distruggere niente ma di conservare le vene, correggendo la circolazione venosa che si effettuava in modo non corretto. Questo è stato reso possibile grazie ai grandi progressi dell’Ecografia che permette di visualizzare le vene visibili e non visibili sotto la pelle, e del Doppler che permette di studiare il senso e le modalità della corrente sanguigna dentro queste vene.

Questa cura è basata su una cartografia anatomica ed emodinamica precisa della rete superficiale e profonda degli arti inferiori, essa è realizzata in ambulatorio in anestesia locale dopo un marcaggio cutaneo preciso fatto sotto controllo Eco-color-Doppler.

Tutto questo per farvi comprendere:

  • che voi avrete, forse, ancora delle piccole varici subito dopo l’intervento ma senza più un flusso patologico e senza la sintomatologia varicosa; queste piccole varici scompariranno  pian piano nel tempo..

Infatti la realizzazione di una CURA CHIRURGICA EMODINAMICA  CONSERVATIVA corretta permette di ottenere, durante la marcia, lo sgonfiamento delle varici superficiali patologiche, il cui contenuto è letteralmente aspirato attraverso il CIRCOLO VENOSO PROFONDO attraverso le perforanti di rientro. Le vene superficiali riprendono progressivamente, nel tempo, un calibro quasi del tutto normale. Il miglioramento estetico si completa progressivamente con dei ritocchi (quindi è un intervento step by step).

Invece i segni funzionali spariscono      quasi immediatamente. La marcia, che attiva la pompa valvolo-muscolare del polpaccio, è un complemento indispensabile della tecnica e i pazienti sono invitati a camminare almeno un’ora al giorno. In più i tronchi safenici risparmiati e in sede,  potranno essere utilizzati per un eventuale

 BY-PASS coronarico o per il salvataggio di un arto ischemico.

  • Che i postumi, dopo l’intervento, saranno quasi indolori e l’incapacità nel camminare quasi nulla rispetto ai trattamenti chirurgici classici.
  • Che dei piccoli “RITOCCHI” potranno essere necessari a distanza dalla operazione per perfezionare i risultati specialmente per migliorare l’aspetto estetico.
  • Che alla fine del trattamento per motivi puramente estetici e qualora richiesti dall’interessato potranno essere effettuati dei trattamenti scleroterapici.

 

Se  questo  metodo  non  va  bene  per  voi ?

 Nessun metodo è valido al 100%. Se voi fate parte dei rari casi sfavorevoli al trattamento (all’incirca il 5%), bisogna ricordare che nulla è stato distrutto, che voi non rischiate di essere aggravati e che voi potete perfettamente ricorrere, se lo desiderate ai vecchi metodi, chirurgici o alternativi.

Infine, è bene precisare che, alcuni dolori e alcuni gonfiori delle gambe sono indipendenti dalla circolazione venosa superficiale e non possono, dunque, essere migliorati attraverso il trattamento delle varici, di qualsiasi natura essi siano.